Tra le atmosfere di Skagen, dove la luce si fa arte

SKAGEN – Il treno partito da Aalborg ferma in una piccola stazione finemente dipinta di un giallo senape, supportato da tetti color argilla e infissi bianchi all’inglese. Tra le poche persone che scendono a metà mattinata, la maggior parte imbraccia una bicicletta. Ci si guarda intorno spaesati, lo scenario si ripete fin dove arriva lo sguardo. Le lancette dell’orologio rallentano. L’immaginario della cittadina nordeuropea è presto esaudito.

Siamo in Danimarca, un piccolo paese per estensione, eppure offre un rapporto incredibile con la natura e i suoi tempi di vita. E Skagen, poco più di 7 mila abitanti nello Jutland settentrionale, è la perfetta traduzione di questo legame. Un’oasi di pace e tranquillità, per secoli dominata dalla relazione simbiotica con il mare, che vanta storie di guerra e fermenti artistici.

Gli oltre 60 chilometri di spiagge e la particolare luce che avvolge Skagen, sono la costante che caratterizza questa striscia di terra dell'estremo nord danese.

L’intera penisola si può definire in uno stato di continuo mutamento. Gamle Skagen (vecchia Skagen) si sposta periodicamente sotto i venti che provengono da ovest. Lasciate a se stesse le dune di sabbia si accorciano e lentamente accrescono la costa orientale. Rispetto al passato molte di queste dune “migratorie” sono più stabili, grazie alla vegetazione rigogliosa, ma una, Råbjerg Mile, nel sud della città, continua la sua naturale trasformazione. Un piccolo deserto che ogni anno si sposta di quasi 20 metri.

La chiesa di San Lorenzo (XIV secolo), tra le dune a ovest di Skagen, è l’eredità più evidente di questo processo di cambiamento. Ad esser più precisi lo è la sua torre, dal momento che gran parte dell’edificio religioso, che per quattrocento anni riunì la congregazione danese, si trova sommerso dalla sabbia dal 1795, quando fu abbandonata per l’inesorabile avanzamento delle dune. Sotto la superficie rimangono ancora parte dei fregi che la rendevano una delle costruzioni più significative del territorio, dedicata a San Lorenzo, protettore dei marinai che subì il martirio sulla graticola. Quest’ultima si trova anche nello stemma della città.

Ma le dune sono depositarie di altre strutture decisive nello sviluppo economico e politico del paese. Gli storici fari che da secoli guidano i marinai tra le correnti del Baltico e del mar del Nord. I bunker che l’esercito tedesco costruì all’inizio degli anni ’40 come parte integrante del Vallo Atlantico. Così come le residenze erette dalla fine del XIX secolo, quando i danesi iniziarono ad affollare questo angolo di paradiso nei mesi estivi.

Poi c’è Grenen (in danese il ramo), l’affascinante lingua di sabbia e ghiaia, punto più a nord della Danimarca, unica nel suo genere per il suggestivo effetto cromatico dato dall’incontro tra il mar Baltico e il mar del Nord.

Peder Severin Krøyer, 1888, Hip, Hip, Hurrah! – Nell’opera sono rappresentati alcuni esponenti della Scuola di Skagen: Viggo Johansen, Christian Krohg, Degn Brøndum, Thorvald Niss, Peder Severin Krøyer, Helga Ancher, Anna Ancher, Michael Peter Ancher, Oscar Björck, Helene Christensen, Martha Johansen – Foto: Wiki Commons

Gli ultimi decenni del 1800 furono caratterizzati da un gruppo di pittori che, affascinati dalla luce che avvolge il paesaggio, consegnarono Skagen al grande pubblico. La location era ideale per l’arte pittorica che sul finire del secolo si andava diffondendo nell’Europa occidentale. Era il tempo dell’Impressionismo, dell’arte en plein air e della corsa alle sottili sfumature generate dalla luce. I pittori di Skagen, così furono ribattezzati, erano uomini e donne danesi, ma anche svedesi, norvegesi, inglesi che qui trovarono rifugio dalle città sempre più affollate e lontane dal rapporto con la natura.

Parliamo di Peder Severin KrøyerJohan Krouthén, Carl Peter Lehmann, Oscar BjörckOda KrohgChristian Krohg, Anna AncherMichael Ancher, Adrian Scott Stokes e sua moglie Marianne Preindlsberger. Più tardi ne nacque una galleria, ospitata nell’albergo di famiglia di Anna Ancher e dal 1928 nello Skagen Museum. Rappresenta uno dei migliori esempi di arte a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Leggi anche “La Spagna sbarca in Nord Europa, c’è Sorolla”

L’immagine in apertura ritrae Grenen. Foto di Marcus Hansson

2 Comments

  1. Articolo avvincente che ti trasporta a Skagen.
    Particolarmente apprezzato il format e la struttura dell’articolo: prima il testo che descrive luogo e popolo, e successivamente la carrellata di immagini a mostrare quanto descritto. Efficace.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *