“Autonomi e sovrani”. La rivolta degli olandesi che non vogliono pagare

Aprile 2023, Urk, comune di 20mila anime a nord di Amsterdam. Una Renault Twingo viene sequestrata dalla polizia. Il proprietario aveva sostituito la targa con una fatta in casa, con l’iscrizione “sui iuris” (di proprio diritto). L’uomo si dichiarava autonomo e sovrano.

Secondo le stime del Servizio generale di intelligence e sicurezza, nell’ultimo anno in Olanda circa 10.000 persone si sono definite autonome e sovrane. Sono cittadini che non riconoscono l’autorità dello Stato e della legislazione olandese. Pensano di potersi staccare dall’apparato, di non pagare più tasse, bollette e multe. Dichiarano che la loro abitazione è inviolabile da ogni autorità nazionale, un’ambasciata a tutti gli effetti.

A guidare il movimento è Youri Plate, 46enne di Schinveld, un villaggio di 5mila abitanti nella provincia olandese di Limburgo. L’uomo non ha una formazione giuridica, ne tantomeno autorizzazioni, eppure possiede un studio di consulenza legale dal quale impartisce perizie su come evitare gli obblighi amministrativi e avere rimborsi per le tasse versate.

Alla base delle sue rivendicazioni c’è la convinzione che le autorità fiscali possano definirsi delle ANBI, organizzazioni di pubblica utilità, e in quanto tali ogni pagamento effettuato dai cittadini può considerarsi una donazione fiscalmente deducibile. L’Agenzia delle Entrate sostiene di aver ricevuto migliaia di lettere negli ultimi anni e gli ufficiali giudiziari si trovano sempre più spesso ad occuparsi di intere famiglie sul lastrico.

Manifesti di protesta durante il Covid-19

Raccomandate fuorvianti con riferimenti ad articoli di legge, apparentemente scelti in modo arbitrario, cercano di avvalorare la tesi dei contratti mai firmati con le autorità. Il governo non avrebbe il mandato di esigere pagamenti e quindi sarebbe lecito ignorare ogni genere di accertamento fiscale, rivendicando in modo retroattivo il diritto alle indennità.

Ma le invettive non si fermano a questo. Per gli autonomi-sovrani esisterebbe un Birth Trust creato dal governo, secondo il quale ogni anno, alla nascita di un bambino, lo Stato depositerebbe 1 milione e mezzo di euro in un fondo segreto gestito dai reali. Altra ragione per reclamare denaro dall’autorità centrale presentando richiesta ufficiale alla CJIB (Agenzia centrale di riscossione giudiziaria). C’è spazio anche per dichiarazioni e scritti del Papa risalenti al 1400 e al 1500.

Il lato tragico della situazione è che dietro queste prese di posizione ci sono famiglie, spesso poco alfabetizzate, che versano in gravi condizioni economiche. Hanno ricevuto multe o confische di beni. Sono attratte dall’idea di poter interrompere il vortice di difficoltà dall’oggi al domani, traendone anche un guadagno. Ma gli unici profitti finiscono nelle tasche di chi ne ha fatto un business.

Esiste un sito web che mette a disposizione la documentazione necessaria per le richieste, in modo gratuito o in prezzi speciali che vanno dai 99 ai 259 euro “tutto compreso”, per il servizio di compilazione.

Altrimenti c’è Youri Plate, l’uomo che più si esposto in questa vicenda, vero guru dei social. È lì che le voci corrono: si danno consigli, si condividono fantomatiche sentenze e ci si supporta a vicenda quando gli ufficiali giudiziari bussano alla porta.

Il 46enne ha creato uno ufficio legale, senza nessuna licenza di studio e autorizzazione, dove vengono fornite a titolo oneroso consulenza e trattamento pratiche. Come detto, afferma che che il lavoro delle autorità rientri nell’ambito giuridico delle organizzazioni di pubblica utilità e quindi, ogni somma di denaro versata è da considerarsi una donazione fiscalmente deducibile.

L’Agenzia delle Entrate, stufa delle migliaia di richieste, ha chiarito la situazione in una nota. “Per la detrazione da donazione deve esserci un vantaggio ottenuto per generosità per il quale non esiste un quid pro quo diretto (qualcosa in cambio di qualcos’altro)”. I debiti tributari non possono qualificarsi come contributo obbligatorio a titolo gratuito. L’ente è poi ricorso al Tribunale per avviare un procedimento nei confronti di Plate.

Per l'Agenzia delle Entrate olandese ci sarebbero migliaia di dichiarazioni errate, richieste e contestazioni dal 2017 al 2021. 

Il 24 agosto il Tribunale distrettuale di Limburgo, in virtù di un comportamento incompetente e di un conflitto con gli standard di decenza, rifiutava la rappresentanza di Youri Plate in un procedimento di un suo cliente. Per il giudice “aveva causato danni soprattutto al suo assistito“.

Il 23 novembre il Tribunale di Maastricht stabilisce che le informazioni diffuse da Plate sono chiaramente errate e fuorvianti. La Corte da ragione all’Agenzia delle Entrate e stabilisce che Plate interrompa l’attività di consulenza e tutte le affermazioni prive di fondamento contro lo Stato e l’amministrazione fiscale. Inoltre, lo obbliga a pubblicare un testo sul suo sito in cui ammette che le informazioni elargite erano errate e fuorvianti, pena un’ammenda di 1.000 euro al giorno, fino ad un massimo di 50.000 euro.

Il 23 novembre Youri Plate non si abbatte e rilancia con una dichiarazione su Facebook: "Niente panico! Il fatto che mi dipingano come un avvocato finto significa che sono sulla strada giusta. Questa è l'occasione della vita".

Il 13 dicembre il Servizio Informazioni e Investigazioni Fiscali (FIOD), l’agenzia governativa responsabile dei crimini finanziari, arresta Youri Plate e un altro uomo con l’accusa di frode fiscale, falsificazione e appropriazione indebita.

La principale voce degli autonomisti è stata spenta, ma le preoccupazioni non cessano. Tentare di liquidare questo movimento a un’iniziativa marginale, probabilmente sarebbe l’errore più grande. Soprattutto perché alla base di questi gesti, per quanto strampalati, si legge un disagio sociale, le cui prime vittime sono i bambini. Il volto nascosto di questo “credo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *