La carica degli estremisti

Nazionalisti, sovranisti e populisti. Contro l’Europa, l’immigrazione e la comunità LGBTQ+. I partiti estremisti che da lunedì 10 giugno potrebbero cambiar volto a Bruxelles hanno storie e percorsi diversi, talvolta sono separati da migliaia di chilometri, eppure, lottano per le stesse battaglie, sull’onda di una profonda crisi di appartenenza nei confronti della politica e delle istituzioni.

Il boom dell’estrema destra in Europa è il risultato di una combinazione di fattori economici, sociali e politici. La capacità di questi partiti di capitalizzare le paure e le insoddisfazioni delle persone, insieme a una comunicazione efficace e una critica feroce delle istituzioni tradizionali, ha portato a una crescita significativa del loro consenso. Questo fenomeno continua a influenzare profondamente la politica europea e potrebbe avere implicazioni a lungo termine per il futuro dell’Unione Europea e della democrazia nel continente.

Ma chi sono gli estremisti che per la prima volta potrebbero insidiare il dominio di popolari e socialisti al Parlamento europeo?

15 partiti di estrema destra da tenere d’occhio.

FIDESZ (Ungheria)

Viktor Orbán, leader di FIDESZ, in una intervista prima delle elezioni europee – Foto ©Fidesz.hu

Fidesz, ufficialmente noto come Fidesz – Unione Civica Ungherese, è uno dei principali partiti politici in Ungheria, caratterizzato da posizioni nazionaliste, conservatrici e populiste.

È stato fondato nel 1988 come un partito liberale giovanile anti-comunista da un gruppo di studenti universitari, tra cui Viktor Orbán, che è diventato una delle figure più prominenti del partito.

Negli anni ’90, il partito ha gradualmente spostato la sua posizione da liberale a conservatrice. Questo cambiamento è culminato nel 2000, quando si è affiliato al Partito Popolare Europeo, il gruppo di centro-destra nel Parlamento Europeo.

La prima vittoria significativa arriva nel 1998 con l’elezione di Viktor Orbán come Primo Ministro. Tuttavia, nelle successive consultazioni del 2002 e del 2006, il leader conservatore viene ripetutamente sconfitto.

Nel 2010, Fidesz torna al potere con una maggioranza schiacciante e da allora mantiene il controllo del governo, risultando vittorioso nelle elezioni del 2014, 2018 e 2022.

Col passare degli anni, il partito ha cementato le sue posizioni nazionaliste, conservatrici e populiste. Alcuni punti chiave della sua ideologia includono:

  1. Promozione dell’identità nazionale ungherese e della sovranità contro le influenze esterne, in particolare quelle dell’Unione Europea.
  2. Sostegno alla diaspora ungherese nei paesi vicini.
  3. Difesa dei valori tradizionali della famiglia e della Chiesa cattolica. Fidesz è contrario all’aborto e al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
  4. Politiche economiche orientate al mercato con un forte intervento statale. Fidesz ha nazionalizzato alcuni settori strategici e ha promosso politiche di sostegno alle famiglie e alla natalità.
  5. Posizioni rigide sull’immigrazione, con particolare enfasi sul controllo delle frontiere e sulla limitazione dell’immigrazione irregolare. La costruzione di una barriera al confine con la Serbia nel 2015 è stata una delle misure più controverse adottate dal governo.

Sotto il governo di Fidesz, sono state apportate modifiche significative alla Costituzione e al sistema giudiziario, che hanno sollevato preoccupazioni internazionali riguardo all’indebolimento dello stato di diritto e alla concentrazione del potere.

La maggioranza parlamentare è stata usata per implementare una vasta gamma di riforme, molte delle quali hanno rafforzato il controllo del governo su vari aspetti della società e dell’economia. I partiti di sinistra e liberali hanno trovato difficile unirsi contro il dominio di Fidesz che, intanto, ha stretto fitte relazioni con altri partiti nazionalisti e populisti in Europa.

Fidesz e Viktor Orbán sono stati al centro di numerose controversie, sia a livello nazionale che internazionale:

  1. Accuse di restringere la libertà dei media e di consolidare il controllo sui media statali e privati.
  2. Critiche riguardo alla modifica delle leggi costituzionali e alla riforma del sistema giudiziario, che secondo i critici minano l’indipendenza giudiziaria e la democrazia.
  3. Politiche controverse sui diritti civili, inclusi i diritti delle minoranze e della comunità LGBTQ+.

Fidesz continua a giocare un ruolo centrale nella politica ungherese, con un forte sostegno popolare e una leadership consolidata. Il partito ha affrontato sfide economiche e sociali, ma rimane una delle forze politiche più influenti nel Paese.

Partito per la Libertà (Paesi Bassi)

Luglio 2020. Geert Wilders, leader del PVV, protesta durante una visita del premier Conte in Olanda. Sul cartello la scritta: “Non un centesimo all’Italia”

Il Partito per la Libertà (Partij voor de Vrijheid, PVV) è stato fondato nel 2006 da Geert Wilders, un ex membro del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD). Wilders lasciò il VVD a causa di divergenze riguardo alla politica sull’immigrazione e sull’Islam.

Il partito ha rapidamente guadagnato popolarità grazie alle sue posizioni critiche sull’immigrazione e sull’Islam. Nel 2010, il PVV ha ottenuto 24 seggi nella Camera dei rappresentanti, diventando il terzo partito più grande nei Paesi Bassi.

Ha avuto un’influenza significativa sulla politica olandese, sostenendo un governo di minoranza dal 2010 al 2012. Nelle elezioni del 2021, il partito ha ottenuto 17 seggi nella Camera dei rappresentanti, confermando la sua posizione come uno dei partiti più influenti nel panorama politico olandese.

Nel novembre del 2023 è risultato il primo partito dei Paesi Bassi alle elezioni politiche nazionali. Dopo mesi di negoziazioni, lo scorso maggio ne è nato un governo di coalizione con i liberali di destra (Vvd), il partito degli agricoltori (BBB) e i centristi di Nuovo contrato sociale.

Il PVV è noto per le sue posizioni nazionaliste, populiste e anti-immigrazione. I suoi cavalli di battaglia sono:

  1. Una forte critica nei confronti dell’immigrazione, in particolare da Paesi a maggioranza musulmana. Propone misure severe, come la chiusura delle moschee, il divieto del burqa e del niqab, e il divieto del Corano. Wilders ha spesso descritto l’Islam come una minaccia alla cultura e ai valori occidentali.
  2. Sostiene una posizione euroscettica, criticando l’influenza dell’Unione Europea sui Paesi Bassi. In passato, Wilders ha proposto l’uscita dei Paesi Bassi dall’UE, sebbene recentemente il focus sia più sulla riduzione del potere dell’UE piuttosto che sull’uscita completa.
  3. Il partito promuove politiche economiche che favoriscono i lavoratori olandesi, proponendo tagli alle tasse e miglioramenti al sistema di welfare per i cittadini olandesi. Si oppone all’austerità e alle politiche di salvataggio finanziario dell’UE.
  4. Rafforzamento delle forze dell’ordine e delle politiche di sicurezza, sostenendo misure severe contro il crimine e il terrorismo.

Il PVV e Geert Wilders sono stati spesso al centro di controversie a causa delle loro posizioni estreme.

Wilders è stato processato più volte per incitamento all’odio e discriminazione a causa delle sue dichiarazioni sull’Islam e sull’immigrazione. Tuttavia, ha anche ricevuto sostegno per la sua difesa della libertà di espressione.

Le posizioni anti-islamiche e euroscettiche del PVV hanno attirato critiche sia all’interno che all’esterno dei Paesi Bassi, influenzando le relazioni con altri Paesi europei e con le comunità musulmane.

VOX (Spagna)

Santiago Abascal, leader di Vox – Foto WWW.VOXESPANA.ES©2024

Vox è un partito politico spagnolo di destra noto per le sue posizioni nazionaliste, conservatrici e populiste. È stato fondato il 17 dicembre 2013 da ex membri del Partito Popolare (PP), insoddisfatti delle posizioni ritenute troppo moderate. Tra i fondatori ci sono Santiago Abascal, attuale leader del partito, e José Antonio Ortega Lara.

Per i primi anni, Vox ha avuto un impatto limitato sulla politica spagnola. Tuttavia, a partire dal 2018, il partito ha visto una rapida crescita di popolarità, specialmente dopo le elezioni regionali in Andalusia, dove ha ottenuto un significativo risultato elettorale.

Nel 2019 è diventato il terzo partito più grande del Congresso dei Deputati, con il 15% dei voti e 52 seggi. Alle politiche del 2023 ha mantenuto la sua posizione come forza politica significativa.

Vox è noto per la sua piattaforma politica fortemente nazionalista e conservatrice.

Tra i punti chiave ci sono:

  1. Promozione dell’unità nazionale spagnola con opposizione a qualsiasi movimento separatista, in particolare in Catalogna e nei Paesi Baschi. Vox è fermamente contrario all’indipendenza catalana.
  2. Sostegno ai valori tradizionali della famiglia e della Chiesa cattolica. Il partito è contrario all’aborto, al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alla “teoria di genere“.
  3. Posizioni rigide sull’immigrazione, con enfasi sul controllo delle frontiere e sulla limitazione dell’immigrazione irregolare. Vox promuove una politica di immigrazione selettiva basata sulle esigenze del mercato del lavoro spagnolo.
  4. Promozione di politiche economiche liberiste, inclusa la riduzione delle tasse, il sostegno alle piccole e medie imprese e la riduzione della spesa pubblica.
  5. Enfasi sulle politiche di legge e ordine, aumento delle risorse per le forze dell’ordine e pene più severe per i reati

Vox è spesso al centro di controversie per le sue posizioni e dichiarazioni su temi come l’immigrazione, i diritti delle minoranze, e il femminismo. È stato accusato di promuovere l’intolleranza e il razzismo, accuse che il partito respinge, affermando di difendere i valori tradizionali e l’identità nazionale spagnola.

È un forte oppositore del governo di sinistra guidato dal Partito Socialista (PSOE) di Pedro Sánchez e dalla sinistra di SUMAR. Invece, collabora con altri partiti di destra, come il Partito Popolare (PP) e Ciudadanos, in alcune regioni e città per formare governi di coalizione.

Senza dubbio la sua crescita ha spostato il discorso politico spagnolo verso destra, influenzando anche le posizioni di altri partiti solitamente più centristi.

Il partito sta cercando di consolidare la sua posizione e di espandere la sua influenza a livello europeo. Lo testimoniano i ripetuti incontri con i dirimpettai di Fratelli d’Italia. La leadership di Santiago Abascal ha rafforzato la sua immagine come principale forza di destra, mantenendo un elettorato fedele e mobilitando nuovi sostenitori, soprattutto in risposta a questioni come l’indipendenza catalana e l’immigrazione.

Fratelli d’Italia

Dicembre 2023. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, insieme a Santiago Abascal, leader di VOX, alla convention politica Atreju

Fratelli d’Italia (FdI) è un partito politico italiano di destra fondato il 21 dicembre 2012 da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto. Il partito è nato come una scissione del Popolo della Libertà (PdL), il grande partito di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi.

Alla sua prima partecipazione elettorale, nel 2013, FdI ha ottenuto il 2% dei voti, non riuscendo a superare la soglia di sbarramento per entrare alla Camera dei Deputati. Anche l’anno dopo (2014) FdI ottiene risultati modesti, non riuscendo a eleggere rappresentanti al Parlamento Europeo.

Nel 2018 inizia a crescere il consenso. Il partito ottiene circa il 4,3% dei voti, guadagnando una maggiore rappresentanza parlamentare. È nel settembre del 2022 che Fratelli d’Italia, ma soprattutto Giorgia Meloni, ottengono una vittoria significativa con circa il 26% dei voti, diventando il primo partito in Italia. Giorgia Meloni verrà poi eletta Presidente del Consiglio, la prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia italiana. FdI fa parte della coalizione di centro-destra, insieme a partiti come la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia, ora guidata da Antonio Tajani. La coalizione ha spesso presentato candidati comuni alle elezioni.

Il partito si caratterizza per una piattaforma politica nazionalista e conservatrice. I suoi cavalli di battaglia sono:

  1. Promozione della sovranità nazionale italiana contro le influenze esterne, in particolare quelle dell’Unione Europea.
  2. Sostegno ai valori tradizionali della famiglia, alla Chiesa cattolica e all’identità culturale italiana.
  3. Promozione di politiche economiche che favoriscono le piccole e medie imprese, riduzione delle tasse, e opposizione a politiche economiche considerate eccessivamente liberiste o di austerità.
  4. Posizioni rigide sull’immigrazione, con enfasi sul controllo delle frontiere e sulla limitazione dell’immigrazione irregolare.
  5. Enfasi sulle politiche di legge e ordine, aumento delle risorse per le forze dell’ordine e pene più severe per i reati.

FdI è stato al centro di varie controversie per le sue posizioni e dichiarazioni su temi sensibili come l’immigrazione, i diritti delle minoranze e la memoria storica legata al fascismo. La sua leader, Giorgia Meloni, è spesso stata accusata dai suoi avversari politici di essere nostalgica del fascismo, accusa che lei ha sempre respinto.

La leadership di Giorgia Meloni ha rafforzato la posizione di FdI come principale forza di destra in Italia, con una crescente influenza anche a livello europeo, con interlocuzioni costanti con Viktor Orbán (Ungheria), Santiago Abascal (Spagna), Mateusz Morawiecki (Polonia), Marine Le Pen (Francia) e Edi Rama (Albania).

Rassemblement National (Francia)

Marine Le Pen, leader del Rassemblement National – ©European Union EP

Il Rassemblement National (RN), precedentemente noto come Front National (FN), è un partito politico di estrema destra francese, fondato nel 1972 da Jean-Marie Le Pen aggregando varie fazioni di destra radicale e nazionalista in Francia. È attualmente guidato da Marine Le Pen, figlia del fondatore.

Il partito ha inizialmente faticato a guadagnare consensi significativi. Negli anni ’80, il FN inizia a guadagnare terreno, in particolare a causa della crescente preoccupazione pubblica per l’immigrazione e la sicurezza, da lì è diventato noto per le sue posizioni spesso razziste e xenofobe.

Nel 2011, Marine Le Pen ha assunto la leadership del partito, cercando di “dédiaboliser” (demonizzare) l’immagine del FN per renderlo più accettabile agli elettori mainstream. Per segnare la nuova fase e attrarre un pubblico più ampio, nel 2018 il partito è stato rinominato Rassemblement National.

Il RN è noto per la sua postura nazionalista, populista e sovranista:

  1. Sostiene politiche di immigrazione molto restrittive, proponendo misure severe per limitare l’immigrazione legale e deportare gli immigrati irregolari. Il partito sottolinea la necessità di proteggere la cultura e l’identità francese.
  2. Marine Le Pen ha spesso collegato l’immigrazione all’aumento della criminalità e del terrorismo, proponendo politiche di sicurezza più rigorose.
  3. Il RN è fortemente euroscettico, criticando l’Unione Europea per la sua perdita di sovranità nazionale. Il partito ha proposto il ripristino delle frontiere nazionali e un maggiore controllo sulle leggi e le politiche economiche interne.
  4. Marine Le Pen ha sostenuto l’idea di un referendum per l’uscita della Francia dall’UE (Frexit) in passato, ma ha moderato questa posizione negli ultimi anni, preferendo riformare l’UE dall’interno.
  5. Il RN promuove un’economia protezionista, sostenendo la necessità di proteggere l’industria e i lavoratori francesi dalla concorrenza straniera. Propone la reintroduzione di tariffe e misure per sostenere le imprese locali.
  6. Il partito sostiene anche il miglioramento del welfare e delle pensioni, ponendo l’accento su politiche che favoriscano i cittadini francesi.
  7. Il RN difende i valori tradizionali e la cultura francese, opponendosi al multiculturalismo e all’influenza dell’Islam nella società francese. Il partito promuove una laicità rigorosa, chiedendo il divieto dei simboli religiosi nei luoghi pubblici.

Marine Le Pen ha raggiunto il secondo turno delle elezioni presidenziali nel 2017, perdendo contro Emmanuel Macron. Tuttavia, ha ottenuto una significativa percentuale di voti, segnalando il forte supporto per le sue politiche. Candidata alle elezioni presidenziali in Francia del 2022, lascia la presidenza del partito al suo vice Jordan Bardella. Al primo turno si conferma seconda, come 5 anni prima, con il 23,41%, andando al ballottaggio insieme a Macron che la sconfigge nuovamente. Non basta il 41,46% delle preferenze, massimo assoluto del partito.

Il Rassemblement National ha cercato di formare alleanze con altri partiti di destra radicale in Europa, come la Lega di Matteo Salvini in Italia e l’AfD in Germania, per costruire un fronte comune contro l’influenza dell’UE e promuovere politiche nazionaliste.

Nonostante varie inchieste legali e controversie finanziarie, tra cui accuse di frode e cattiva gestione dei fondi del Parlamento Europeo, continua a essere una forza importante nella politica francese, con una base di supporto leale e crescente, specialmente nelle aree rurali e tra gli elettori disillusi dai partiti tradizionali.

Alternativa per la Germania

Alice Weidel, co-presidente di AfD – ©Alternative für Deutschland

L’Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD) è stato fondato nel febbraio 2013 da un gruppo di economisti, giornalisti e imprenditori, tra cui Bernd Lucke, Alexander Gauland e Konrad Adam. Il partito è nato in risposta alla gestione della crisi dell’euro da parte dell’Unione Europea, criticando i salvataggi finanziari per i Paesi in crisi economica.

Inizialmente concentrato su posizioni euroscettiche, il partito ha subito un’evoluzione verso posizioni più radicali e nazionaliste sotto la guida di Frauke Petry e successivamente di Alexander Gauland e Alice Weidel.

Ha subito diverse scissioni e conflitti interni, con fazioni che si contendono la linea ideologica e la leadership. Nel 2015, Bernd Lucke ha lasciato il partito, formando la nuova formazione “ALFA“.

L’AfD è conosciuto per le sue posizioni di destra e nazionaliste. Tra i capi saldi c’è:

  1. La critica all’euro e alla gestione delle politiche economiche da parte dell’UE. Propone un ritorno alle valute nazionali o una riforma radicale dell’UE per restituire sovranità agli Stati membri.
  2. L’AfD sostiene politiche molto restrittive sull’immigrazione, opponendosi in particolare all’accoglienza dei rifugiati e all’immigrazione dai Paesi a maggioranza musulmana. Propone misure per rafforzare i controlli alle frontiere e ridurre i benefici sociali per gli immigrati.
  3. Promuove una forte identità nazionale e critica il multiculturalismo. Difende i valori tradizionali e cristiani della Germania, opponendosi all’islamizzazione della società tedesca.
  4. L’AfD sostiene un rafforzamento delle forze dell’ordine e misure severe contro la criminalità. Propone un aumento delle spese per la sicurezza interna e una giustizia penale più rigorosa.
  5. Il partito si posiziona contro l’establishment politico, accusando i partiti tradizionali di corruzione e disconnessione dai problemi reali dei cittadini.

Nelle elezioni federali del 2017, l’AfD ha ottenuto il 12,6% dei voti, diventando il terzo partito più grande del Bundestag. Questo successo ha segnato il primo ingresso di un partito di destra radicale nel Parlamento tedesco dalla Seconda Guerra Mondiale. Ha ottenuto seggi anche nei parlamenti regionali di vari Länder e nel Parlamento Europeo.

L’AfD è stato al centro di numerose controversie: il partito e alcuni dei suoi membri sono stati accusati di razzismo, antisemitismo e islamofobia. Alcune dichiarazioni dei leader del partito hanno suscitato polemiche e condanne a livello nazionale e internazionale.

A causa delle sue posizioni estremiste, l’AfD è stato posto sotto sorveglianza da parte dell’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione, che monitora le attività del partito per valutare eventuali minacce all’ordine democratico.

Eppure continua a essere una forza significativa nella politica tedesca, con un’influenza particolare nelle regioni dell’ex Germania dell’Est, dove ha ottenuto risultati elettorali particolarmente forti.

CHEGA (Portogallo)

Chega è un partito politico portoghese di destra fondato il 9 aprile 2019 da André Ventura, un ex membro del Partito Social Democratico (PSD). Ventura, insoddisfatto delle posizioni moderate del PSD, ha deciso di creare un partito che rispecchiasse le sue vedute più radicali.

Nelle elezioni legislative del 2019, Chega ha ottenuto un seggio nel Parlamento portoghese, con Ventura come unico rappresentante. Ha poi visto un aumento di popolarità nelle successive elezioni regionali e municipali.

Alcuni punti chiave della sua ideologia:

  1. Il partito sostiene politiche di immigrazione molto restrittive, proponendo misure severe contro l’immigrazione irregolare e il rafforzamento delle leggi sull’ordine pubblico.
  2. Promuove una forte politica di sicurezza interna, chiedendo pene più severe per i reati e un maggiore sostegno alle forze dell’ordine.
  3. Chega si posiziona a favore del liberalismo economico, proponendo la riduzione delle tasse e la diminuzione della burocrazia per favorire le imprese.
  4. Il partito è critico nei confronti dell’intervento statale nell’economia e sostiene la privatizzazione di alcuni servizi pubblici.
  5. Contro il sistema politico tradizionale portoghese, accusato di corruzione e incompetenza.
  6. Promuve un’agenda anti-establishment, che risuona con una parte dell’elettorato stanco delle élite politiche tradizionali.
  7. Difende i valori tradizionali della famiglia e si oppone a molte delle recenti riforme sociali in Portogallo, come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’adozione da parte di coppie omosessuali.
  8. Il partito ha anche preso una posizione forte contro le politiche di identità di genere.

Chega ha assunto un ruolo di opposizione nel Parlamento portoghese, distinguendosi per il suo stile provocatorio e le sue dichiarazioni controverse. È riuscito a capitalizzare il malcontento di una parte dell’elettorato, che si sente non rappresentato dai partiti tradizionali.

Nelle elezioni presidenziali del 2021, André Ventura ha ottenuto il 12% dei voti, posizionandosi al terzo posto e dimostrando una crescente base di supporto. Nel 2022, alle elezioni legislative ha aumentato significativamente il numero dei suoi seggi, ma è nel marzo 2024 che compie il passo più importante. Passa da 12 a 50 seggi, raccogliendo il 18,8% dei voti e diventando una delle principali forze in Parlamento, ago della bilancia tra il blocco dei socialisti e del centro-destra.

Ventura è noto per le sue dichiarazioni provocatorie e spesso polarizzanti, specialmente riguardo all’immigrazione, ai diritti delle minoranze e alla giustizia penale. Accusato di razzismo e xenofobia per le sue posizioni dure contro le comunità rom e immigrate.

La presenza e l’ascesa di Chega hanno suscitato preoccupazioni tra i partiti tradizionali e i gruppi per i diritti umani, che vedono il partito come una minaccia ai valori democratici e inclusivi.

Diritto e Giustizia (Polonia)

Jarosław Kaczyński, co-fondatore del Pis – Foto ©Prawo i Sprawiedliwość

Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, PiS) è un partito politico polacco di destra, fondato nel 2001 dai fratelli Jarosław e Lech Kaczyński che avevano una lunga carriera politica nella Polonia post-comunista.

Il PiS ha vinto le elezioni parlamentari nel 2005, portando Jarosław Kaczyński alla guida del governo come Primo Ministro, mentre Lech Kaczyński è stato eletto Presidente della Polonia.

Dopo un periodo fuori dal potere, il PiS ha riconquistato una posizione dominante nelle elezioni del 2015, con Beata Szydło come Primo Ministro, seguita da Mateusz Morawiecki dal 2017.

I punti chiave del successo:

  1. Il partito difende i valori tradizionali della famiglia e della Chiesa cattolica. Si oppone all’aborto, al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alle politiche di genere progressiste.
  2. PiS promuove un forte senso di identità nazionale polacca e sovranità. È critico nei confronti delle influenze esterne e sostiene una politica estera indipendente e forte.
  3. Pur essendo un membro dell’UE, PiS è critico nei confronti di alcune politiche dell’Unione Europea, in particolare quelle che ritiene minino la sovranità polacca. Il partito sostiene una riforma dell’UE per aumentare l’autonomia degli Stati membri.
  4. È per una politica economica basata sul welfare, con programmi di sostegno alle famiglie e ai lavoratori. Ha introdotto misure come il programma “500+” che fornisce sostegno finanziario alle famiglie con bambini (aumentando la popolarità del partito tra le famiglie e le classi lavoratrici).
  5. Ha intrapreso riforme del sistema giudiziario che sono state criticate a livello internazionale per aver minato l’indipendenza della magistratura.

Il PiS ha dominato la politica polacca dal 2015, vincendo le elezioni parlamentari e presidenziali. Ha attuato numerose riforme discutibili, ad esempio quelle giudiziarie, che includono il controllo politico sul Consiglio Nazionale della Magistratura e la Corte Suprema, hanno suscitato preoccupazioni per la violazione dello stato di diritto. La Commissione Europea ha avviato procedure contro la Polonia per queste riforme.

Alle elezioni parlamentari del 2023 il PiS si posiziona primo partito della Polonia, con 7.640.854 milioni di voti, ma l’avversario Donald Tusk, leader di Coalizione Civica, sale al governo grazie all’alleanza con la sinistra e Terza Via.

Le riforme del sistema giudiziario hanno attirato critiche internazionali, accusando il partito di cercare di politicizzare la magistratura. Non solo, il PiS ha affrontato critiche per il controllo sui media pubblici, accusati di essere trasformati in strumenti di propaganda governativa, e sulle politiche sociali conservatrici, in particolare contro i diritti LGBTQ+ e sull’aborto, che hanno causato proteste in tutto il Paese.

Vlaams Belang (Belgio)

Tom Van Grieken, leader di Vlaams Belang – Foto ©Vlaams Belang

Il Vlaams Belang (VB) è un partito politico belga di estrema destra che opera principalmente nelle Fiandre, la regione di lingua olandese del Belgio. È noto per le sue posizioni nazionaliste fiamminghe e per la sua forte opposizione all’immigrazione e all’Islam.

Nasce nel 2004 come successore del Vlaams Blok, che fu disciolto dopo essere stato condannato per violazione delle leggi antirazziste belghe. Il Vlaams Blok era attivo dagli anni ’70 ed era noto per le sue posizioni xenofobe e nazionaliste.

Dopo la sua fondazione, il Vlaams Belang ha cercato di riposizionarsi per cercare di evitare ulteriori problemi legali, pur mantenendo molte delle posizioni radicali del suo predecessore.

I punti chiave del partito:

  1. È impegnato nella promozione dell’indipendenza delle Fiandre e nella separazione dal Belgio. Il partito sostiene che le Fiandre dovrebbero diventare uno Stato indipendente o, almeno, ottenere una maggiore autonomia.
  2. Una delle posizioni più controverse è la sua ferma opposizione all’immigrazione, in particolare dai paesi musulmani. Il Vlaams Belang sostiene che l’immigrazione di massa minacci l’identità culturale fiamminga e belga.
  3. Il partito promuove politiche di tolleranza zero verso la criminalità, sostenendo un aumento della presenza della polizia e pene più severe per i reati.
  4. Il Vlaams Belang è critico nei confronti dell’Unione Europea, sostenendo che essa limita la sovranità nazionale e imponendo politiche che non tengono conto delle specificità nazionali.
  5. Negli ultimi anni ha cercato di moderare leggermente la sua immagine per attrarre un elettorato più ampio. Nonostante ciò, continua ad essere associato a posizioni xenofobe e nazionaliste estreme

Il partito ha ottenuto successi significativi nelle elezioni locali e regionali nelle Fiandre. Ha anche rappresentanti nel Parlamento belga e nel Parlamento europeo. Sebbene non sia mai stato parte di un governo federale, la sua presenza ha avuto un impatto significativo sulla politica belga, influenzando il dibattito pubblico su temi come l’immigrazione e l’autonomia regionale.

Il Vlaams Belang è stato accusato di incitare all’odio e alla discriminazione e di avere legami con gruppi estremisti. Tuttavia, il partito sostiene di difendere semplicemente i diritti e l’identità culturale delle Fiandre.

Finns Party (Finlandia)

Riikka Purra, leader del Finns Party – Foto X Rikka Purra

Storia

  • Origini: fondato nel 1995 da una scissione del Partito Rurale Finlandese, con Timo Soini come leader fino al 2017.
  • Crescita elettorale: crescita significativa a partire dalla fine degli anni 2000; nel 2011 ottiene il 19,1% dei voti, diventando il terzo partito più grande del Parlamento finlandese.

Ideologia e Politiche

  • Populismo nazionalista: rappresenta “il popolo comune” contro le élite, promuove il nazionalismo finlandese.
  • Immigrazione: posizioni rigide sull’immigrazione, politiche restrittive.
  • Euro-scetticismo: critica l’Unione Europea per la perdita di sovranità nazionale.
  • Politiche economiche e sociali: protezionismo economico e conservatorismo fiscale.

Evoluzione e Influenza

  • Cambi di leadership: Jussi Halla-aho eletto leader nel 2017, seguito da Riikka Purra nel 2021.
  • Partecipazione al governo: parte del governo di coalizione 2015-2017, poi una scissione interna.
  • Successi elettorali recenti: secondo partito nelle elezioni parlamentari del 2019 con il 17,7% dei voti. Secondo anche nel 2023 con il 17,5%.

Controversie

  • Spesso al centro di polemiche per le sue posizioni su immigrazione e Unione Europea, accusato di razzismo e xenofobia.

Ellinikì lisi – Soluzione greca

Kyriakos Velopoulos, leader del partito Ellinikì lisi – Foto ©www.velopoulos.gr

Storia e Fondazione

  1. Fondazione: fondato nel 2016 da Kyriakos Velopoulos, ex membro del partito LAOS, come risposta alla crisi economica e sociale greca.
  2. Crescita elettorale: ha guadagnato attenzione per le sue posizioni nazionaliste e anti-immigrazione, crescendo nei sondaggi elettorali.

Ideologia e Politiche

  1. Nazionalismo e patriottismo: promuove un forte nazionalismo greco e si oppone alla cessione di sovranità, inclusa quella verso l’Unione Europea.
  2. Immigrazione: ha posizioni rigide anti-immigrazione, considerandola una minaccia alla sicurezza e identità nazionale.
  3. Politiche sociali e valori tradizionali: difende la famiglia tradizionale e la religione ortodossa greca, opponendosi a matrimoni tra persone dello stesso sesso e altre questioni progressiste.
  4. Euro-scetticismo: critica le politiche dell’UE, promuovendo maggiore autonomia nazionale e opponendosi alle misure di austerità imposte dalla UE.
  5. Economia: sostiene protezionismo economico e intervento statale, proteggendo l’economia greca dalla globalizzazione.

Posizione Politica

Collocato a destra dello spettro politico greco, con forti tendenze nazionaliste e conservatrici, distinguendosi per le sue posizioni su immigrazione, sovranità nazionale e valori tradizionali.

Elettorato e Influenza

  1. Base elettorale: attira elettori nazionalisti, conservatori e preoccupati per l’identità e la sovranità greca, inclusi lavoratori manuali, agricoltori e residenti in aree rurali.
  2. Successi elettorali: ha ottenuto un seggio al Parlamento Europeo nel 2019 e il 3,7% dei voti alle elezioni parlamentari greche del 2019, conquistando 10 seggi. Nel Maggio 2023 aumenta il bottino a 16, ma un mese dopo, alla ripetizione delle consultazioni, non va oltre i 12 seggi.
  3. Influenza politica: ha influenzato il dibattito politico su immigrazione, sicurezza e sovranità nazionale, nonostante non faccia parte del governo.

Controversie

Spesso al centro di polemiche per posizioni radicali e dichiarazioni provocatorie, accusato di xenofobia, razzismo e intolleranza.

Democratici Svedesi (SD)

Jimmie Åkesson, leader dei Democratici Svedesi – ©sd.se

Storia

  • Fondazione: fondato nel 1988, derivato da gruppi di estrema destra.
  • Evoluzione: processi di moderazione negli anni 2000 per distanziarsi dalle origini estremiste.

Ideologia e Politiche

  • Nazionalismo e identità: promuovono il nazionalismo svedese e la conservazione dell’identità culturale.
  • Immigrazione: rigorose posizioni anti-immigrazione.
  • Legge e ordine: tolleranza zero verso la criminalità.
  • Euro-scetticismo: critici verso l’UE, senza chiedere l’uscita immediata.
  • Politiche economiche e sociali: protezionismo economico e welfare state.

Posizione Politica

  • Collocati all’estrema destra dello spettro politico svedese.

Elettorato e Influenza

  • Base elettorale: supporto tra elettori preoccupati per immigrazione e sicurezza.
  • Successi elettorali: nel 2018 diventa il terzo partito più grande nel Parlamento svedese con il 17,5% dei voti. Ma nel 2022 raggiunge lo storico risultato del 20,6% con 73 seggi conquistati. Per la prima volta arriva al governo insieme agli alleati della Destra moderata di Ulf Kristersson
  • Influenza politica: impatto significativo sul dibattito pubblico.

Controversie

  • Critiche per razzismo, xenofobia e islamofobia.

Libertà e Democrazia Diretta (SPD)

Tomio Okamura, leader di Libertà e Democrazia Diretta – Foto X Tomio Okamura

Storia

  • Fondazione: fondato nel 2015 da Tomio Okamura.
  • Crescita elettorale: rapida crescita capitalizzando sui sentimenti populisti.

Ideologia e Politiche

  • Nazionalismo e sovranità: promuove il nazionalismo ceco e protezione della cultura.
  • Anti-immigrazione: rigide posizioni anti-immigrazione.
  • Euroscetticismo: critiche verso l’UE, con possibilità di rinegoziare l’adesione.
  • Democrazia diretta: sostegno per un ruolo più attivo dei cittadini tramite referendum.
  • Legge e ordine: politiche di tolleranza zero verso la criminalità.

Posizione Politica

  • Collocati all’estrema destra dello spettro politico ceco. Ha legami con il Front National di Marine Le Pen e con Alternative für Deutschland.

Elettorato e Influenza

  • Base elettorale: elettori insoddisfatti delle politiche tradizionali.
  • Successi elettorali: circa il 10,6% dei voti nelle elezioni del 2017. Nel 2021 cala leggermente con il 9,56%, conquistando 20 seggi
  • Influenza politica: influenza sul dibattito pubblico, specialmente su immigrazione e sovranità nazionale.

Controversie

  • Accusati di xenofobia, islamofobia e razzismo.

Partito Nazionale Slovacco (SNS)

Andrej Danko, leader del Partito Nazionale Slovacco – Foto Facebook Andrej Danko

Storia

  • Fondazione: fondato nel 1871, uno dei partiti più antichi della Slovacchia.
  • Periodo comunista: sciolto durante l’era comunista, rifondato nel 1989.

Ideologia e Politiche

  • Nazionalismo slovacco: protezione della cultura, lingua e tradizioni slovacche.
  • Sovranità nazionale: a favore di una Slovacchia sovrana e critica verso le istituzioni sovranazionali.
  • Immigrazione: posizione dura contro l’immigrazione non europea.
  • Politiche sociali e conservatrici: valori tradizionali e conservatori.
  • Economia: protezionismo economico e intervento statale.

Posizione Politica

  • Collocati a destra dello spettro politico slovacco.

Elettorato e Influenza

  • Base elettorale: nazionalisti, conservatori, e elettori rurali.
  • Successi elettorali: significativo successo nelle elezioni del 2016 con l’8,64% dei voti. Nel 2020 non supera la soglia di sbarramento. Ma nel 2023 conquista 10 seggi ed entra nella maggioranza di governo che appoggia il premier Robert Fico.
  • Influenza politica: notevole influenza sul dibattito politico, specialmente su identità nazionale e immigrazione.

Controversie

  • Accusati di xenofobia, razzismo e intolleranza.

Partito della Libertà Austriaco – FPÖ

Herbert Kickl, leader del Partito della libertà austriaco – Foto ©2024 Freiheitliche Partei Österreichs

Storia e Fondazione

  • Fondazione: fondato nel 1956 da ex membri del Partito Liberal-Democratico e da ex nazionalsocialisti, il FPÖ promuoveva inizialmente il liberalismo economico e sociale.
  • Evoluzione: negli anni ’80, sotto la leadership di Jörg Haider, il partito ha adottato una piattaforma più populista di destra, focalizzandosi su nazionalismo, immigrazione e critica all’Unione Europea.

Ideologia e Politiche

  • Nazionalismo e identità nazionale: promuove un forte nazionalismo austriaco, difendendo cultura, tradizione e identità nazionale contro politiche percepite come minacce.
  • Immigrazione: adotta rigide posizioni anti-immigrazione, opponendosi all’accoglienza di rifugiati e migranti.
  • Euro-scetticismo: critico verso l’Unione Europea, pur non sostenendo l’uscita dell’Austria dall’UE, promuovendo maggiore autonomia nazionale.
  • Politiche sociali e conservatrici: sostiene valori tradizionali, come la difesa della famiglia tradizionale e dei principi cristiani, opponendosi al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
  • Economia: sostiene una combinazione di liberalismo economico e protezionismo, promuovendo politiche favorevoli alle imprese nazionali.

Posizione Politica

  • Collocato a destra dello spettro politico, con tendenze populiste, nazionaliste e conservatrici, distinguendosi dai partiti più moderati e liberali.

Elettorato e Influenza

  • Base elettorale: attira elettori nazionalisti e conservatori, preoccupati per l’immigrazione e la sovranità nazionale.
  • Successi elettorali: ha ottenuto significativi successi elettorali, formando coalizioni di governo in diverse occasioni, incluso nel 2017 con il Partito Popolare Austriaco (ÖVP).
  • Influenza politica: ha influenzato notevolmente il dibattito politico su immigrazione, sicurezza e sovranità nazionale.

Controversie

  • Spesso al centro di polemiche per posizioni radicali e dichiarazioni provocatorie, accusato di xenofobia, razzismo e intolleranza, e coinvolto in scandali che ne hanno minato la credibilità.

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