Europee: i risultati delle destre in sintesi

Le elezioni europee hanno segnato un’importante svolta politica, con l’estrema destra che ha ottenuto vittorie significative in diversi Paesi. Tuttavia, nonostante l’avanzata, il nuovo Parlamento europeo non vedrà una maggioranza assoluta di destra. Le vittorie in Francia, Italia, Austria, Ungheria e Belgio, così come i progressi in Germania e altri Paesi, sposteranno il Parlamento un po’ più a destra, ma non abbastanza per formare un governo di destra unificato. La maggioranza sarà ancora europeista, con i veri vincitori, i popolari (PPE), che salgono a 189 seggi (+13), seguiti dai socialdemocratici (S&D) a 135 seggi (-4) e dai liberali (RENEW) a 79 seggi (-23).

I gruppi politici del Parlamento Europeo 2024-2029 (risultati provvisori)

Francia: il trionfo di Le Pen

L’estrema destra francese (Rassemblement National) guidata da Marine Le Pen ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni europee con il 31,4% dei voti, mentre il partito del presidente Emmanuel Macron ha raggiunto solo il secondo posto con il 14,6%. La lista congiunta del Partito Socialista e della Piazza Pubblica ha ottenuto il 14%, seguita dalla sinistra di France Insoumise con il 10,1%. Gli ambientalisti, terzi nelle elezioni del 2019, sono crollati al sesto posto con il 5,5%.

Italia: Fratelli d’Italia al comando

Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha consolidato la sua posizione dominante con il 28,8% dei voti. Il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, ha ottenuto il 24,1%. La Lega di Matteo Salvini ha raggiunto il 9%, mentre Forza Italia, guidata da Antonio Tajani, ha superato la Lega con il 9,6%. L’Alleanza Verde e la Sinistra ha ottenuto il 6,8%, puntando su candidature forti come Ilaria Salis e Mimmo Lucano.

Austria: la svolta dell’FPÖ

In Austria il Partito Liberale Austriaco (FPÖ), di estrema destra, ha vinto con il 26,7% dei voti. I conservatori del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) hanno ottenuto il 24,7%, seguiti dai socialdemocratici del SPÖ con il 23,2%. I Verdi hanno superato il NEOS liberale con il 10,7% contro il 9,9%. Il Partito Liberale Austriaco ha capitalizzato il malcontento per la gestione della pandemia e l’inflazione, mantenendo una retorica anti-vaccino e filo-russa.

Il leader del Partito Liberale Austriaco, Herbert Kickl, durante i festeggiamenti

Slovacchia: non entrano gli estremisti

In Slovacchia non entreranno gli estremisti del Partito nazionale slovacco (Sns, nella coalizione di governo) di Andrej Danko. Per i nazionalisti ha votato solo 1,9% degli aventi diritto. Il partito Slovacchia Progressista (SP) ha vinto le elezioni con il 27,8% dei voti, scalzando il partito Smer del primo ministro Robert Fico che arriva secondo con il 24,8%.

Ungheria: trema Orbán

In Ungheria Viktor Orbán e la sua coalizione Fidesz-KDNP hanno ottenuto il peggior risultato degli ultimi anni con il 44,8% dei voti, ma si confermano come la prima forza politica. Mentre il partito TISZA di Péter Magyar, ex alleato di Orbán, comincia a far paura raggiungendo il 29,6%. La sinistra e gli ambientalisti della Coalizione Democratica hanno ottenuto l’8,1%, mentre il Movimento Our Homeland, di estrema destra, ha raggiunto il 6,7%.

Belgio: successo per Vlaams Belang

In Belgio l’estrema destra del Vlaams Belang ha ottenuto il 14,5% dei voti, seguita dai nazionalisti fiamminghi dell’N-VA con il 14% e dai liberali francofoni di MR con il 12,6%. Nonostante il successo alle europee, il Vlaams Belang non è riuscito a ottenere risultati significativi nelle elezioni federali e regionali tenutesi lo stesso giorno.

Il leader di Vlaams Belang, Tom Van Griecken, durante i festeggiamenti

Germania: l’avanzata dell’AfD

In Germania gli estremisti di Alternative für Deutschland (AfD) hanno fatto un significativo balzo in avanti, raggiungendo il secondo posto (15,9%), dietro la CDU, (30%), e davanti alla SPD del cancelliere Scholz (13,9%). Questo risultato riflette un crescente sostegno per l’estrema destra in uno dei principali Paesi europei.

Paesi Bassi, Polonia e Portogallo: battute d’arresto

Nei Paesi Bassi l’estrema destra non è riuscita a riconfermare il suo recente trionfo, piazzandosi al secondo posto (17,7%) dietro l’alleanza dei socialdemocratici e dei Verdi (21,6%). In Polonia, l’alleanza liberale di centro-destra guidata da Donald Tusk ha superato di poco gli ultra-conservatori di Diritto e Giustizia (PiS), ottenendo il 37,06% dei voti contro il 36,16% del PiS. Il Portogallo porta per la prima volta l’estrema destra al Parlamento europeo. Tuttavia, Chega ottiene solo il 10% delle preferenze, in calo rispetto al 18,8% delle legislative di marzo. Vincono i socialisti con il 32,1%, sorpassando l’Alleanza Democratica al governo che ottiene il 31,1%.

Repubblica Ceca e Spagna: la crescita degli ultras

In Repubblica Ceca la prima forza sono i liberali (26,1%) seguiti dai conservatori (22,3%). L’estrema destra rappresentata da Přísaha e Motoristé ha ottenuto il 10,3% dei voti. In Spagna, gli estremisti di Vox hanno raggiunto il 9,6% dei voti, mentre la candidatura di Alvise Pérez, con “La festa è finita“, ha ottenuto il 4,6%. In cima il Partito Popolare (PP) ha ottenuto il 34,2% dei voti, conquistando 22 seggi, rispetto ai 12 del 2019. Il Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez ha ottenuto il 30,2% dei voti e 20 seggi.

Santiago Abascal, leader di Vox, dopo i risultati delle elezioni europee

Grecia: avanza Soluzione greca

In Grecia Ellinikì lisi (Soluzione greca), partito notoriamente xenofobo e razzista, ottiene il 9,3% aumentando i consensi (alle nazionali di un anno fa aveva ottenuto il 4,4%) in compagnia dei comunisti del Kke, anche loro al 9,3%. Cala il partito al potere Nuova Democrazia rispetto al 33% delle elezioni europee del 2019, raccogliendo il 28,31% dei voti, con Kyriakos Mitsotakis che ha ammesso di non aver raggiunto l’obiettivo. SYRIZA ottiene il 14,9%, mentre il PASOK non supera il 12,8%.

Nord Europa: sorprese, ma nessuna crisi

Nei Paesi del Nord Europa ci sono stati risultati sorprendenti. In Finlandia e Danimarca i principali partiti di sinistra hanno preso più voti rispetto ai partiti di centrosinistra, un risultato raro e non previsto dai sondaggi. Tuttavia, questi risultati non dovrebbero mettere in crisi i governi di centrodestra di Svezia e Finlandia e quello di coalizione in Danimarca.

Un Parlamento Europeo più a destra

Queste elezioni europee evidenziano un panorama politico frammentato e polarizzato, con sfide significative per il futuro dell’Unione Europea. La crescita dell’estrema destra in diversi Paesi rappresenta un cambiamento importante, ma la mancanza di una maggioranza assoluta suggerisce che la politica europea continuerà ad essere caratterizzata da coalizioni e compromessi, con i popolari e i socialisti ancora alla guida.

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