L’Aia nel mirino di Israele: chiesta un’indagine per intimidazione e spionaggio ai danni della Corte Penale Internazionale

Il governo olandese è al centro di un acceso dibattito politico, dopo che un’indagine ha rivelato presunte attività di spionaggio e intimidazione condotte da Israele contro la Corte Penale Internazionale (CPI), con sede a L’Aia. L’inchiesta, pubblicata dal Guardian e dalle riviste israeliane +972 e Local Call, accusa Israele di aver utilizzato le sue agenzie di intelligence per sorvegliare, hackerare, diffamare e minacciare il personale della CPI.

Secondo l’indagine, Israele avrebbe tentato di ostacolare le indagini della CPI sui crimini di guerra, utilizzando metodi coercitivi e intimidatori. Nonostante questi tentativi, l’ufficio del procuratore della CPI ha recentemente richiesto mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e tre leader di Hamas.

I parlamentari olandesi dell’alleanza liberal-progressista D66 e Green-Labour hanno reagito con indignazione alle rivelazioni, chiedendo un’indagine indipendente. Kati Piri, deputata dell’alleanza Green-Labour, ha presentato interrogazioni scritte ai ministri della giustizia, degli interni e degli affari esteri olandesi. Piri ha sottolineato la responsabilità speciale dei Paesi Bassi, come paese ospitante della CPI, di proteggere il personale della corte e di garantire che possano operare senza intimidazioni.

Kati Piri, parlamentare olandese di origini ungheresi, è membro del Partito laburista (PvdA) – Foto ©European Union EC

Kati Piri ha dichiarato: “Le affermazioni sono estremamente gravi. Intimidazioni qui a L’Aia per anni e pressioni negli ultimi mesi sul procuratore capo Karim Khan. I Paesi Bassi devono assicurarsi che il tribunale possa funzionare in modo indipendente e che i suoi dipendenti siano liberi da questo tipo di intimidazione”. Ha inoltre richiesto un’indagine per verificare il coinvolgimento dell’ambasciata israeliana e ha condannato le azioni descritte come una grave violazione dell’articolo 70 dello Statuto di Roma.

Kati Piri ha ricordato come i Paesi Bassi hanno reagito prontamente in passato a situazioni simili, come nel 2018, quando scoprirono attività di spionaggio russo presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW). In quel caso, i dipendenti dell’ambasciata russa furono immediatamente allontanati. Piri ha chiesto una risposta altrettanto forte se venisse confermato il coinvolgimento dell’ambasciata israeliana.

Anche Jan Paternotte, portavoce degli affari esteri del D66, ha presentato domande formali, descrivendo l’intimidazione come un “grossolano attacco all’ordine giuridico internazionale”. Ha sottolineato l’importanza di mantenere l’integrità della CPI e ha chiesto un’indagine indipendente per accertare la verità.

Le prossime mosse del governo olandese

Un portavoce del Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato che i ministeri competenti non hanno ancora ricevuto le domande formali, ma avranno due settimane per rispondere. Nel frattempo, la CPI ha confermato di essere stata contattata in merito alle accuse.

Questa vicenda rappresenta una prova cruciale per il governo olandese, che deve dimostrare il suo impegno a sostenere la giustizia internazionale e a proteggere l’indipendenza della CPI. Le azioni che intraprenderà nelle prossime settimane saranno decisive non solo per le relazioni diplomatiche con Israele, ma anche per la credibilità dei Paesi Bassi come difensore del diritto internazionale.

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