La cultura è un campo di battaglia e l’estrema destra tedesca lo ha capito. Allarmi bomba, minacce di morte ad artisti-attivisti, marce intimidatorie e liste di proscrizione. Nel presente della Germania non ci sono libri al rogo, ma negli ultimi 7 anni gli attacchi alla libertà artistica sono cresciuti di pari passo col consenso di Alternative für Deutschland (AfD), il primo partito di estrema destra a mettere piede nel Bundestag dal dopoguerra.
L’attacco alla libertà artistica è un'aggressione alla società aperta e liberale. L’obiettivo è marcare le immagini del nemico, fomentare l’aggressività e polarizzare la società.
L’AfD non attua di per sé la violenza, ma ne crea un terreno fertile. Guerra culturale, disinfestazione del settore culturale, sono solo alcune delle frasi pronunciate da esponenti di spicco (Marc Jongen, portavoce della politica culturale di AfD e Björn Höcke, Presidente del partito in Turingia) che legittimano l’odio e la violenza verso un settore specifico e dei cittadini specifici.
I piccoli teatri nella Germania dell’est, dove il partito ha le sue radici e molti rappresentanti nelle istituzioni, per ogni progetto devono valutare quanti problemi possono permettersi. Al tavolo c’è sempre una forza AfD a negoziare i bilanci.
Forse il punto più basso c’è stato con l’allarme bomba al teatro Friedrichstadt-Palast di Berlino nell’ottobre del 2017. Da giorni andava avanti una disputa tra il direttore Berndt Schmidt, che aveva preso posizione contro l’AfD, e i vertici del partito. Schmidt si dichiarava avverso ad un partito che utilizza idee razziste per fomentare odio contro tutto quello che non è tedesco e di non volere i soldi dei suoi elettori. Alle sue affermazioni avevano seguito centinaia di mail di odio e la risposta di Georg Pazderski, Presidente della ragione di Berlino e Vicepresidente dell’AfD, che chiedeva il ritiro dei finanziamenti per il teatro. Fino alla chiamata anonima e all’evacuazione di 1900 persone.
Negli anni la lista di intimidazioni si è allungata e ha toccato sia organizzazioni che promuovono progetti sui migranti e sulla diversità, sia singoli attivisti, attori o musicisti. Un metodo diffuso è quello del doxing, che consiste nel cercare e diffondere informazioni private di una persona. Nel 2021 Jasmina Kuhnke, comica e attivista tedesca critica verso gli estremisti di destra, fu costretta a cambiare casa e a raccogliere fondi per la sua protezione, dopo la diffusione del suo indirizzo e l’appello a massacrarla.
Intanto i primi di ottobre l’AfD è diventata la seconda forza nelle elezioni regionali dell’Assia (18,4%) e leader dell’opposizione in Baviera (14,6%).
Il successo dell’estrema destra potrebbe non essere una novità nella Germania dell’est. Nelle zone della Sassonia, della Sassonia-Anhalt e della Turingia (dove l’AfD è nata) è diffusa una mentalità cospirativa e un alto consenso per lo Stato autoritario. Ma ora il partito ha raggiunto l’obiettivo dichiarato di diventare forte anche negli stati federali occidentali.
Il consenso di Alternative für Deutschland certamente è anche conseguenza dei progressivi cambi di atteggiamento da parte della popolazione. Un comune denominatore della politica degli ultimi anni. Ma i risultati elettorali mostrano una graduale normalizzazione del voto, difficile definirlo ancora solo una scelta di protesta.
L’AfD problematizza questioni legate all’emotività come una perdita di controllo e promette il ripristino di questo controllo attraverso una retorica combattiva.
In Germania si è più volte dibattuto sulla messa al bando del partito, che nei suoi ranghi ha larghe schiere di nostalgici del nazionalsocialismo. Tuttavia, molti esperti evidenziano che il vantaggio democratico non è chiaro, oltre ad essere una procedura che richiede tempi lunghi.
Un divieto rende più facile proteggere le istituzioni dalle infiltrazioni, ma difficilmente modifica il modello di pensiero di un popolo. Può rallentarne gli sviluppi, ma la repressione rischia di creare innovazione.
Se ne sta dibattendo anche in vista delle elezioni europee del 2024. Un divieto darebbe la possibilità ai candidati di AfD di rivendicare la posizione di solitari detentori della verità e vittime dell’oppressione dell’ordine costituito. In secondo luogo, in Germania la messa al bando di un partito ancora evoca brutti ricordi. L’idea è di una misura da regime autoritario da adottare solo in casi di estrema emergenza.
Cosa può fare la cultura?
La cultura rappresenta la società liberale e plurale. La cultura è civiltà, dottrina, educazione e patrimonio. Eppure spesso è il ritratto dei cliché. Fotografia di un contesto limitato alle élite. Creatrice di opere che allontano interi settori della società.
È necessario impegnarsi nel dialogo, saper leggere i conflitti e le contraddizioni che vivono nelle comunità. Migliorare la capacità di ascolto e la percezione dei cambiamenti. Diffondere conoscenza.