A 30 anni dal Trattato di Maastricht quanto ci sentiamo europei? I dati

BRUXELLES – Firmato il 2 febbraio 1992 ed entrato in vigore l’1 novembre 1993. A trent’anni dal Trattato di Maastricht quanto ci sentiamo europei?

Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha presentato il sondaggio Eurobarometro Flash su Cittadinanza e Democrazia nell’UE, l’indagine che ogni tre anni (l’ultima è stata pubblicata nel 2020) riferisce sui progressi compiuti verso il conseguimento di un’effettiva appartenenza all’Unione europea.

I dati raccolti in ciascuno dei 27 Stati membri tra aprile e maggio 2023, su un campione di 25.722 intervistati di età pari o superiore ai 15 anni, descrivono una popolazione che ha sempre più consapevolezza e comprensione di essere cittadino/a dell’Unione europea (grafico 1). La percentuale varia dal 44% del Belgio all’82% della Spagna (Italia seconda con l’80%).

La percentuale di intervistati che si ritiene consapevole o ben informata sui propri diritti di cittadini dell’UE è decisamente migliorabile (grafico 2). In media solo il 10% si considera molto informato.

Grafico 1 – Fonte: ©European Union EC
Grafico 2 – Fonte: ©European Union EC

In merito ai diritti che la cittadinanza europea conferisce, l’indagine ha presentato alcuni di essi agli intervistati e nella maggioranza dei casi le persone si sono mostrate consapevoli e informate, anche se con variazioni percentuali importanti a seconda del tema (grafici 3-4).

Grafico 3 – Fonte: ©European Union EC
Grafico 4 – Fonte: ©European Union EC

Al contrario, la conoscenza delle misure da adottare in caso di mancato rispetto dei diritti è decisamente deludente (grafico 5). In quasi due terzi degli Stati membri le persone si dichiarano male informate. In testa la Francia con l’85%, contro il 42% dell’Irlanda. La media UE si attesta al 64%. Solo il 35% degli intervistati si ritiene ben informato (31% abbastanza bene, 4% molto bene).

Grafico 5 – Fonte: ©European Union EC

In vista delle elezioni europee del giugno 2024, assume cruciale importanza l’alta percentuale di persone che è preoccupata per le diverse forme di ingerenza nelle consultazioni elettorali (grafico 6). Otto cittadini su dieci (78%) sono preoccupati che la disinformazione influenzi le decisioni di voto, quasi la metà (47%) ne è molto preoccupata. Attacchi informatici e intromissioni straniere angustiano rispettivamente il 72 e il 70% della popolazione.

L’attuale fermento geopolitico è al centro delle opinioni sui rischi che corre il sistema democratico europeo. L’81% degli intervistati concorda sul fatto che le pressioni straniere siano una questione seria da affrontare (grafico 7). Il fatto che possano influenzare i comportamenti elettorali è un timore molto sentito in Repubblica Ceca (85%), Cipro (84%), Slovenia (83%), Svezia (83%), Croazia (82%) e Slovacchia (80%).

Grafico 6 – Fonte: ©European Union EC
Grafico 7 – Fonte: ©European Union EC

La crisi della fiducia nel corpo politico è testimoniata dalla decisa ascesa della società civile (grafico 8). Per quasi nove persone su dieci (87%) la società civile (ONG, associazioni) è un elemento importante per promuovere e proteggere i valori comuni della democrazia. Più della metà crede che sia necessario aumentare il suo coinvolgimento nel processo decisionale (56% a livello nazionale, 54% a livello europeo).

In crescita anche l’idea di un maggiore coinvolgimento dei cittadini (grafico 9). Circa due terzi sono favorevoli (68% a livello nazionale, 66% a livello europeo).

Grafico 8 – Fonte: ©European Union EC
Grafico 9 – Fonte: ©European Union EC

Nel rinnovato contesto geopolitico, i dati presentati nel rapporto Democrazia e cittadinanza sono fonte di riflessione sulla stabilità futura delle istituzioni nazionali ed europee. Le consultazioni del giugno 2024, per il rinnovo del Parlamento, saranno il banco di prova più importante per valutare la salute del progetto europeo, a trent’anni dalla posa della prima pietra sulle rive del fiume Mosa.

7 febbraio 1992, seduti da sinistra a destra, Gianni De Michelis, Ministro degli Affari Esteri italiano e Guido Carli, Ministro del Tesoro italiano, nell’atto della firma del Trattato di Maastricht – Foto: ©European Union EC

Da sapere

Il Trattato sull’Unione europea è stato firmato dai 12 Stati membri della Comunità nel corso di una cerimonia tenutasi a Maastricht, nei Paesi Bassi. Tra i ministri firmatari figuravano:

  • Bertie Ahern, Ministro delle Finanze irlandese
  • Pierre Bérégovoy, Ministro francese dell’Economia, delle Finanze e del Bilancio
  • Jorge Braga de Macedo, Ministro delle Finanze portoghese
  • Hans van den Broek, Ministro degli Affari Esteri olandese
  • Guido Carli, Ministro del Tesoro italiano
  • Efthymios Christodoulou, Ministro dell’Economia greco
  • Gerard Collins, Ministro degli Affari Esteri irlandese
  • Gianni De Michelis, Ministro degli Affari Esteri italiano
  • João de Deus Pinheiro, Ministro degli Affari Esteri portoghese
  • Roland Dumas, Ministro degli Affari Esteri francese
  • Uffe Ellemann-Jensen, Ministro degli Affari Esteri danese
  • Mark Eyskens, Ministro degli Affari Esteri belga
  • Anders Fogh Rasmussen, Ministro danese dell’Economia e della Fiscalità
  • Hans-Dietrich Genscher, Vicecancelliere federale tedesco e Ministro federale degli Affari Esteri
  • Douglas Hurd, Segretario di Stato britannico per gli Affari Esteri e il Commonwealth
  • Jean-Claude Juncker, Ministro lussemburghese delle Finanze e del Lavoro
  • Wim Kok, Ministro delle Finanze olandese
  • Francisco Fernández Ordoñez, Ministro spagnolo degli Affari Esteri
  • Francis Maude, ministro finanziario britannico presso il Tesoro
  • Philippe Maystadt, Ministro belga delle Finanze
  • Jacques Poos, Vice Primo Ministro lussemburghese e Ministro degli Affari Esteri, del Commercio Estero e della Cooperazione
  • Antonis Samaras, Ministro degli Affari Esteri greco
  • Carlos Solchaga Catalan, Ministro spagnolo dell’Economia e delle Finanze
  • Theo Waigel, Ministro federale tedesco delle Finanze. 

La cerimonia è stata presieduta da Aníbal António Cavaco Silva, Primo Ministro portoghese e Presidente in carica del Consiglio Europeo, Egon Klepsch, Presidente del Parlamento Europeo, Jacques Delors, Presidente della Commissione Europea e Ruud Lubbers, Primo Ministro olandese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *